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POTERE AL POPOLO PER LE DONNE


AUTODETERMINAZIONE E LOTTA ALLA VIOLENZA CONTRO LE DONNE E LE PERSONE LGBTQI

Nel Gender Gap Report 2017, il rapporto sul divario tra uomini e donne, l'Italia è all'82esimo posto su 144, era al 50esimo nel 2015: si inaspriscono dunque le disuguaglianze.
Sulle donne continua a scaricarsi il doppio lavoro produttivo e riproduttivo, le gerarchizzazioni dentro il lavoro, il dominio maschile dello spazio pubblico, la violenza materiale e simbolica che nega i percorsi di autodeterminazione e libertà.
La crisi ha acuito i problemi.
L'Italia è penultima in Europa per occupazione femminile, sulle donne si concentrano il part - time imposto (più che doppio rispetto agli uomini), la precarietà e la sottoccupazione.
I tagli al sistema di welfare, in una società incapace di rimettere in discussione la divisione dei ruoli maschili e femminili, si traducono nella negazione del 'diritto al tempo' con le donne che dedicano al lavoro domestico e di cura una media di oltre 5 ore al giorno, il triplo degli uomini.
La violenza contro le donne è cronaca quotidiana, tra le mura domestiche dove si consuma la maggior parte delle violenze, nella perpe tuazione di un dominio maschile incapace di fare i conti con l'affermazione di autonomia e libertà delle donne.
La questione di genere si intreccia con la questione di classe, e colpisce in particolare i corpi delle donne migranti. Le discriminazioni sul l avoro e nella società, la violenza riguardano anche gay, lesbiche, trans e tutto l'universo LGBTQI, che combatte quotidianamente contro i pregiudizi, l'odio, l'omofobia, la transfobia. Il non riconoscimento pieno delle relazioni e delle famiglie delle pers one LGBTQI significa ridurre le loro vite a esistenze individuali e isolate, e riaffermare un'idea autoritaria di famiglia che compromette la libertà di tutti e tutte.
Al carattere sistemico della violenza risponde oggi un movimento femminista mondiale: 'Non una di meno' è la forza politica che tiene insieme e traduce percorsi di liberazione dal dominio di classe, di genere, di razza e orientamento sessuale.
La lotta femminista partita dalla Argentina ha portato nelle piazze centinaia di migliaia di donne c ontro la violenza in tutte le sue forme. Lo sciopero dal lavoro riproduttivo e produttivo dello scorso 8 marzo ha messo in luce le tante forme di sfruttamento invisibili, nel lavoro di cura, nel lavoro da casa e nella richiesta di disponibilità e prestazio ne permanente. Anche in Italia il movimento femminista ha espresso, e continua ad esprimere, con autonomia e intelligenza, una capacità fortissima di lotta, elaborazione, proposta.

Per questo lottiamo per:
  • la parità di diritti, di salari, di accesso al mon do del lavoro a tutti i livelli e mansioni a prescindere dall'identità di genere e dall'orientamento sessuale;
  • la radicale rimessa in discussione dei ruoli maschile e femminile nella riproduzione sociale ed un sistema di welfare che liberi tempo di vita pe r tutte e tutti;
  • la rottura del carattere monosessuato dello spazio pubblico e della politica;
  • soluzioni che inibiscano ogni forma di violenza (fisica, ma anche sociale, culturale, normativa) e discriminazione delle donne e delle persone LGBTI (attraverso una legge contro l'omotransfobia);
  •  una formazione che fornisca strumenti per decostruire il sessismo e educhi al riconoscimento della molteplicità delle differenze;
  •  la piena e reale libertà di scelta sulle proprie vite e i propri corpi, il pieno diritto al la salute sessuale e riproduttiva, negata in tante strutture pubbliche dalla presenza di medici obiettori. Va garantito a tutte l'accesso alla fecondazione assistita, anche eterologa, a prescindere dallo stato di famiglia. Va combattuta la diffusione dell' HIV attraverso la promozione della contraccezione rendendo disponibili a tutte e tutti le nuove tecniche di prevenzione. Vanno vie tate le mutilazioni genitali sui bambini intersessuali prima che possano capire e sviluppare la loro identità di genere;
  •  la cancellazione di ogni pacchetto sicurezza. La sicurezza delle donne è nella loro autodeterminazione;
  • i diritti e le aspirazioni di gay, lesbiche e trans, sia come individui che nella loro vita di coppia, con l'introduzione del matrimonio egualitario, del ric onoscimento pieno dell'omogenitorialità a tutela dei genitori, dei figli e delle famiglie e con la ridefinizione dei criteri relativi all'adozione, consentendola anche a single e persone omosessuali, per riconoscere il desiderio di maternità e paternità di tutte e tutti.


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